"Proposta agli uomini della sinistra. Confrontiamoci, in tanti, a partire dai leader, sulla guerra civile in corso contro le donne.
Per prendercene la responsabilità come genere maschile. E cominciare a disarmare convivenze, conflitti,odi, amori."
Esiste una violenza di massa, una guerra civile consumata fuori dal campo visivo dei media, delle istituzioni. Una violenza di cui non possiamo conoscere la precisione delle sue dimensioni ma di cui non possiamo non conoscere le vittime perché esse abitano con noi, ci rispondono al telefono di un qualsiasi call-center, curano le nostre nonne, sono le nostre nonne e madri. Il 24 novembre il movimento delle donne scenderà in piazza a Roma per sovvertire la coazione a ripetere della quotidianità della violenza contro il proprio genere. Contemporaneamente qualche giorno prima il governo ha impacchettato la tolleranza zero facendo di ogni crimine lo stesso degl’altri. Viene violentata una donna e si parla di migrazioni ed espulsioni. Seviziate bambine nelle aule scolastiche e si discute di bullismo. Processati padre e fratelli della ragazza uccisa a Brescia e l’argomento è solo l’islam. Mai che si abbia il coraggio di dire che tutti sono: uomini e che noi siamo uomini e che tra noi e loro c’è un tratto distintivo comune. Eppure ci sembra che la violenza contro le donne venga scritta, raccontata, fotografata, citata negli interventi pubblici come un terribile eccidio incorporeo. In cui del colpevole non si parla mai. È come stare nel paese di Orano di Camus in cui la peste può cogliere all’improvviso ma non sai chi la cagionata. Forse, la manifestazione di fine novembre, è l’occasione, per assumersi collettivamente la responsabilità della guerra contro le donne come genere maschile tutto. Siamo colpevoli, a volte, conniventi. Qualcuno potrebbe tirarsi fuori, dirci che le colpe di qualcuno non possono essere generalizzate. Vero, ma fermiamoci un attimo a pensare. Come è possibile un fenomeno così di massa di una violenza ad un’unica direzione degli uomini contro donne? Come è possibile un’epidemia di raptus che attesta la violenza di genere nelle prime cause di morte in Europa? La politica fino ad ora ha saputo dare unicamente “soluzioni biografiche a contraddizioni sistemiche” con l’effetto che viene colpito uno e giustificati, diseducati tutti gli altri. Ora noi che stiamo a sinistra dovremmo avere la capacità di avere altre risposte, diverse. Chi si dichiara alternativo a questo mondo, di sinistra, semplicemente “compagno” ha il dovere non soltanto di produrre strumenti legislativi adeguati ma di mettere in campo fin da ora una cultura alternativa dei rapporti fra i generi ed informare di sé vite pubbliche e vite private. Ma qui dobbiamo avere il coraggio di dirci che se è vero che i nostri discorsi tengono conto di questo obiettivo non ne abbiamo mai discusso approfonditamente, sistematicamente. Corriamo il rischio anche noi di affrontare il nesso patriarcato-violenza individualmente. Però il tempo stringe, la guerra continua. La sinistra degli uomini è terribilmente indietro. Per questa ragione facciamo la proposta dell’apertura di un’agorà di discussione virtuale in cui invitiamo nella giornata del 24 novembre ad intervenire tutti gli uomini della sinistra per incominciare a disarmare convivenze, conflitti, amori, odi.
I commenti qui sono liberi chiunque può intervenire,dunque fatevi sotto!
Daniele Licheri & Luca Stanzione (Tratto da "Liberazione" 22/11/07)
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
4 commenti:
...volevo venire alla manifestazione...purtroppo bloccato a casa con i figli...mia moglie c'è però!
CIAO COMPAGNO, QUELLO CHE DICI E' GIUSTO HAI PERFETTAMENTE RAGIONE INFATTI NOI COMPAGNI DI BARCELLONA POZZO DI GOTTO STIAMO CREANDO UNA RETE ANTI VIOLENZA CONTRO LE DONNE,PERCHE' COME TU SAI IN SICILIA LA VIOLENZA CONTRO LE DONNE E MAGGIORE DEL RESTO DELL'ITALIA,IN SICILIA C'E' ANCORA LA MENTALITA' DELL'UOMO COMANDA E LA DONNA DEVE SERVIRE UNA MENTALITA' VECCHIA DI 50 ANNI FA', MA CHE ANCORA MOLTI UOMINI SICILIANI RAGIONANO NELLA SEGUENTE MANIERA.
PERCHE' IN SICLIA LA VIOLENZA NON E' SOLO PER LA STRADA LA NOTTE, MA ANCHE IN CASA ANCHE UN PARENTE,ANZI E' PIU' DELLE VOLTE UN PARENTE IL COLPEVOLE DI VIOLENZA O DI OMICIDIO CONTRO UNA DONNA.
Io sono una ragazza e condivido pienamente cio che scrivi.
Credo che un passo importantissimo sia quello di dare forza alle donne, farle senire importanti e far capire loro che non devo assolutamente vergognarsi di denunciare ciò viene loro fatto.
Dar coscienza e informazione e molto lo possono fare i giovani come noi nella quale ho molta fiducia!
Chiara
DISCRIMINAZIONE DI GENERE. LO STUPRO ORGANIZZATO.
La sussistenza di una normativa generale sulle “pari
opportunità” in specie sui rapporti sociali
“uomo-donna” non ha cambiato il dato di una società
maschilista e che del maschilismo conserva alcune
delle forme più difficili da abbattere, ma anche più
pericolose da mantenere. Per rendere effettive le
norme, non solo costituzionali, che predicano
l’eguaglianza tra le persone (non solo i “cittadini”,
che costituiscono una categoria organizzativa e
politica, più che umana e giuridica), le cose non
possono essere lasciate a se stesse, con proposte dal
contenuto vago, ma dalla bassa intelligenza politica,
dal modestissimo risultato pratico. È sempre di più
urgente:
realizzare una scelta di campo sulla partecipazione
femminile ai livelli gestionali di imprese e
istituzioni, non col mezzo insoddisfacente delle quote
rosa, che fissa limiti generali vincolanti che non
tengono conto né dei meriti personali né della
rappresentatività nella società, bensì rinnovando
completamente la classe dirigente nei ruoli di
comando, anagraficamente formatasi in anni in cui la
questione delle pari opportunità era ancora più
svilita e tradita rispetto ad oggi;
realizzare una normativa sull’impresa femminile che si
riferisca, ma migliori, la disciplina sull’impresa in
aree disagiate: laddove meno forte è la penetrazione
di imprenditoria femminile sul territorio, aumentare
progressivamente gli incentivi;
prendere definitivamente posizione contro nuove forme
di aggressione alla femminilità, come il fenomeno
dello stalking, che colpisce, attraverso un’attività
di turbativa alla vita quotidiana, principalmente
giovani tra i 16 e i 20 anni e donne mature non
sposate, certi che le nozioni penali della “molestia”
e della “minaccia” non fotografano i presupposti del
reato, né forniscono efficaci fonti di tutela;
dare vita a una serie di raccolte giurisprudenziali
che riconoscono e garantiscono i diritti soggettivi
della Donna per evitare i risultati grotteschi di
certe sentenze che, attraverso mille arzigogoli, dal
vestiario all’età della vittima, dal contegno di
questa ai suoi rapporti col reo, hanno di fatto
ampliato il numero di attenuanti riconosciute e
riconoscibili per il reato di stupro;
creare un sistema di sostegno familiare-domestico
(potenzialmente valido non solo per i componenti la
famiglia di sesso femminile) che non renda necessaria
una scelta di vita tra casa e lavoro, ma che favorisca
la sussistenza di entrambi gli obiettivi esistenziali
della maternità e della paternità;
prevedere specifiche aggravanti per i reati in materia
pornografica che involgano donne in attesa;
abbattere le più gravi discriminazioni che colpiscono
transgender, lesbiche, omosessuali, comunque
accomunati da un grave timbro di disprezzo da parte
dei quadri più ampi della società e dell’opinione
pubblica;
favorire la conoscenza medica sulle problematiche di
salute più specificamente correlate al corpo femminile
e spesso affrontate a mezzo stampa in modo palesemente
oscurantista.
Creiamo le premesse di un cambiamento strutturale,
difendiamo i diritti della donna.
http://sinistralibertaria.splinder.com
Posta un commento